PRIMI PASSI VERSO LA PSICOMOTRICITA’
La psicomotricità è una disciplina giovane a connotazione pedagogica, riabilitativa e terapeutica che ha avuto origine in Francia dall’idea di Bernard Aucouturier e Andrè Lapierre. In Italia si è sviluppata negli anni ’60 per designare un campo d’intervento rivolto principalmente alla crescita, al sviluppo e all’apprendimento del bambino.
Basata sull’idea di considerare l’uomo costituito da mente e corpo e nell’intento di promuovere quindi la globalità dell’individuo, la psicomotricità rappresenta uno strumento per lo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo del bambino attraverso l’espressività corporea. Per questo motivo, la psicomotricità deve trovare spazio ed applicazione in un percorso educativo e formativo. Se si pensa che all’età di due-tre anni il bambino si trova in una fase di esplorazione motoria, grazie alla sempre maggiore autonomia e padronanza della motricità di spostamento, con la crescente sicurezza nelle proprie possibilità corporee il bambino si spingerà a sperimentare una gamma espressiva sempre più ampia, andando ad arricchire di connotazioni simboliche del gioco motorio.
Attraverso quindi, l’azione, il gioco spontaneo e il senso della motricità, il bambino scopre, esplora e conquista il mondo degli oggetti e delle persone che sono intorno a lui. È nel movimento che il bambino esprime la sua vita affettiva, le sue emozioni, il suo mondo fantastico e lo fa attraverso l’espressività motoria, ossia la forma unica ed originale che ogni bambino ha nell’essere se stesso. L’intervento educativo al nido è quello di favorire un armonico sviluppo psicomotorio, dove il bambino si senta libero di muoversi, di relazionarsi e di giocare; strutturando attentamente i diversi incontri di psicomotricità facendo attenzione agli spazi, ai tempi e ai materiali proposti.
La psicomotricista Cinzia avrà il compito di guidare i bambini in questo gioco spontaneo, attraverso l’utilizzo di diversi materiali, quali corde colorate, cerchi, palline, stoffe, drappi, e cuscini, rassicurandoli ed aiutandoli a prendere fiducia nelle loro personali capacità d’azione, leggendone le informazioni che il corpo comunica attraverso il linguaggio non verbale, inoltre li accompagnerà a trovare e scoprire le esperienze piacevoli proprie del movimento stimolandoli a condividerle con il gruppo.
La psicomotricista Cinzia interverrà quindi con attività ludico-espressive, con la finalità di favorire il processo d’integrazione fra i diversi piani espressivi e conoscitivi che stanno alla base di quel fenomeno complesso che è la costruzione dell’identità. Questo progetto è rivolto ai bambini che hanno compiuto due anni di età entro il mese di Dicembre dell’anno educativo in corso. Il progetto comincia dalla seconda metà di Ottobre e termina nella seconda metà di Aprile. All’inizio di ogni incontro accompagnerà il piccolo gruppo con il rituale di un trenino nella sezione di gioco, i bambini si siederanno in cerchio per terra e Cinzia chiederà il nome di ogni bambino con il gioco del pentolone (pentolone pentolone, di chi è questo piedone?) Cinzia accarezza il piedino del bambino che gli dirà il suo nome. Dopodiché Cinzia ricorderà le regole del buon gioco, non si morde, non si spinge, non si danno i pizzicotti, non si tirano i capelli e non si dicono le parolacce. Da qui inizia il gioco spontaneo, Cinzia proporrà materiale non strutturato.
L’incontro di psicomotricità durerà 45 minuti e si concluderà con il cerchio iniziale chiedendo ad ogni singolo bambino che gioco ha svolto contemporaneamente procederà con una piccola coccola spalmandogli una crema sulle manine. L’esperta Cinzia raccoglierà le proprie osservazioni e valutazioni che saranno comunicate ai genitori attraverso un colloquio individuale che si svolgerà alla fine dei venti incontri. Ci sarà inoltre un ulteriore scambio comunicativo, relazionale attraverso la giornata speciale “Giochi e coccole”, dove i genitori e i bambini vivranno assieme alla psicomotricista per vivere un’esperienza di gioco psicomotorio.
“L’uomo non smette di giocare perché invecchia…ma invecchia perché smette di giocare.” George Bernard Shaw